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La Quarta Era si racconta

La Quarta Era si racconta: Pamela

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Nasce la rubrica “La Quarta Era si racconta”, un piccolo format che cerca di avvicinare La Quarta Era al pubblico, mostrando nel dettaglio chi sono i membri di questa fantastica associazione. Un’intervista mirata, cercando di inquadrare il cosplay e il mondo tolkieniano, rivelando come queste due passioni possano coesistere.
Ciao Pamela, prima di iniziare l’intervista vera e propria, vuoi raccontarci qualcosa su di te?
Ciao! Aaallora, sono di Firenze, ho 26 anni e lavoro in un bar. Oltre al cosplay, una delle cose che mi piace più fare è leggere (tanto che, insieme ad una delle mie più care amiche, gestisco un piccolo club di lettura). Per un po’ ho coltivato anche l’hobby della fotografia, che purtroppo adesso non ho più il tempo di seguire come prima, a causa del lavoro e di altri impegni.
Come hai conosciuto il mondo del cosplay?
Ne ho sentito parlare molto proprio dall’amica di cui parlavo nella domanda precedente, tanto che alla fine, forse un po’ per gioco, forse un po’ per curiosità, ho deciso di tuffarmi anche io in questo mondo. E come potrete capire, non ne sono ancora uscita.
Ti ricordi quale è stato il primo cosplay che hai indossato e dove?
Il primo cosplay che ho portato è stato Frodo a Lucca 2014 e ancora me ne vergogno un po’, perché era oggettivamente un disastro. La buona volontà però c’era.
Cosa vuol dire per te fare cosplay?
Per me significa poter interpretare un personaggio con il quale molto spesso ho delle cose in comune. Significa staccare dalla vita di tutti i giorni e tuffarmi in un altro mondo, sempre conosciuto ma ogni volta nuovo. Fare cosplay per me vuol dire, in un certo senso, poter vivere più vite: un giorno sono a Gondor, quello dopo mi trovo catapultata ad Hardhome e quello dopo ancora sono davanti a Re Luigi XIII e ai Moschettieri. In poche parole, ogni giorno è un’avventura!
Hai un personaggio in particolare al quale sei legata?
Di quelli che ho interpretato fino ad ora sicuramente Boromir è quello a cui sono legata di più, per una serie di motivi. Ma ci sono altri personaggi de “Il Signore degli anelli” (tanto per citare un’opera Tolkieniana) che per quanto mi riguarda sono importanti, come Sam, Faramir ed Eowyn.
 
Come hai conosciuto La Quarta Era?
Ho letto per la prima volta il nome de “La Quarta Era” mentre cercavo foto di cosplayers Tolkieniani. A quel punto mi sono imbattuta nelle foto di una ragazza vestita da Galadriel che faceva (e fa tutt’ora) parte di questo gruppo. Ho cercato il gruppo su Facebook e da li ho iniziato dapprima a seguirli da lontano, fino a che poi mi sono fatta coraggio e ho partecipato alla prima fiera insieme a loro.
Se non ricado nella domanda precedente, qual è stato il primo costume che hai indossato con La Quarta Era?
Quasi nessuno se lo ricorderà probabilmente (lo spero!), ma il primo costume portato con Quarta Era è stato Deagol, alla Novegro invernale del 2015.
Hai vissuto il passaggio da gruppo cosplay ad associazione, cosa è cambiato per te?
Ad essere sincera, quasi tutto. Mi spiego meglio: prima di tesserarmi ero ad un passo dall’uscire da questo gruppo. Con il passaggio ad associazione mi sono quindi trovata davanti ad una scelta. Andare o restare. Alla fine ho deciso di provare ad andare avanti con questa avventura. O meglio, di iniziarne una nuova.
Quanti e quali personaggi a tema tolkieniano hai realizzato?
Direi non pochi. Vediamo se riesco a ricordarli tutti: Frodo, Arwen, Deagol, Bilbo, Elrond, Eowyn, Boromir, un Haradrim, un Nazgul. Ecco, spero di non aver dimenticato nessuno. La maggior parte di questi però ormai non la porto praticamente più, probabilmente perché non mi si addicono quasi per niente.
Il tuo personaggio di punta è Boromir. Cosa ti ha colpito di più di lui?
Quella con Boromir è partita un po’ come una sfida forse. Cercavo un nuovo costume da preparare, possibilmente uno non ancora preparato da nessuno del gruppo e la scelta alla fine è stata questa. Ho imparato ad amarlo e a sentirlo mio un po’ alla volta, piano piano e sento che adesso non potrei nemmeno pensare di non portarlo più. Lo vedo come un personaggio spesso sottovalutato e frainteso. Per quanto mi riguarda ho apprezzato molto la sua lealtà verso il suo popolo, il desiderio disperato di salvarlo che non gli da pace, quello che io vedo come il modo di “redimersi” dopo che tenta di sottrarre l’anello a Frodo. Era solo un uomo mortale, dopotutto. E forse Elrond aveva ragione, gli uomini sono deboli.
Hai partecipato a molti eventi con l’associazione? Te ne è rimasto impresso qualcuno in particolare?
Ho partecipato a parecchi eventi con l’associazione e ognuno è stato per me importante e ricco di bei momenti, ma probabilmente quello che mi è rimasto più impresso è stato “La Sagra dei fumetti” di Verona. Sono certa che molti sapranno il perchè.
Ti trovi bene con l’associazione? Ha influenzato la tua vita in qualche modo?
Con l’associazione mi trovo molto bene, ci sono molte persone con le quali ho stretto una bella amicizia e alle quali tengo molto, ma devo dire che in generale è sempre un piacere rivedere tutti quanti. Se ha influenzato la mia vita? Sì, in molti modi. Mi ha spinto a superare i miei limiti, a vincere un pochetto la mia timidezza, a camminare con le mie gambe. Mi ha insegnato che se voglio sono capace di fare un sacco di cose.
Hai in progetto nuovi cosplay?
Non dovrei, ma sì. Ce ne sono un paio che vorrei preparare, ma per adesso l’unica certezza è Dori, uno dei nani della compagnia di Thorin.
Hai una pagina facebook che vuoi pubblicizzare dove mostri i tuoi cosplay o pubblichi post inerenti ai tuoi hobbies o interessi?
In realtà no, pubblico solo delle cosine ogni tanto sul mio profilo, per la “gioia” dei miei amici.
DOMANDA BONUS
Cambiando argomento ma rimanendo sempre in tema tolkieniano, sei un’appassionata delle opere letterarie di Tolkien? Ne hai una preferita?
Sì, devo dire che ho letto un po’ di opere di Tolkien, ma per adesso la mia preferita rimane “Il Signore degli anelli”. Forse perché è stata la prima che ho letto, forse perché non mi stancherei mai di leggerlo, forse perché se leggiamo attentamente ci insegna e ci fa capire tante cose. Forse non c’è nemmeno un vero “perché”. So soltanto che tra tutte le opere Tolkieniane che ho letto, questa mantiene il primo posto nel mio cuore.

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